top of page

FUORI STRADA

Giovanissimi e ubriachi per scelta. È moda (o vita priva di senso), riguarda un ragazzo su dieci. Allarme per l'aumento di consumo di alcol tra adolescenti, una sorta di "droga legalizzata".

Chi fa uso in giovane età di alcol - sostiene Luigi Galimberti, professore di Tossicologia Clinica della Farmacodipendenza ­- è soggetto a diversi disturbi comportamentali, quali quelli arrecati alla memoria e alla crescita di impulsività: l’adolescente acquisisce un'alta sensibilità nei confronti di pubblicità “mirata” nei suoi confronti, senza essere in grado di difendersi e finisce per assumere comportamenti a rischio di ogni genere quale, ad esempio, una guida pericolosa. Il cervello viene gravemente frenato e danneggiato nel suo sviluppo: l'alcol produce serie alterazioni su un giovane, le cui facoltà cerebrali sono ancora in maturazione sia funzionale che strutturale. Quanto basta, insomma, per cercare di sensibilizzare noi stessi e i compagni della nostra scuola attraverso un dibattitto sul problema “guida in stato di ebrezza o alterato”, favorito da una serie di interviste. Le nostre domande hanno cercato di saggiare il grado di consapevolezza della gravità del bere in maniera smodata e del porsi, poi, alla guida della propria automobile, magari con amici al seguito. Ne sono derivate risposte complessivamente rassicuranti sulla necessità di non eccedere nel tracannare pinte di birra o altro, specie se si deve poi salire in auto, o quanto meno di assicurarsi che l’autista di turno non beva, così come tutti gli intervistati o quasi sono a conoscenza dei limiti del tasso alcoolico da non superare: 0,5 dopo tre anni dal conseguimento della patente di guida e 0 da neopatentati. A sentire narrare di incidenti, ci si è chiesti che cosa si possa fare per frenare la tendenza autodistruttiva che pervade le serate della movida cittadina: bisognerebbe individuare una strategia preventiva in grado di modificare opinioni e consumi di alcolici degli adolescenti, facendo loro assumere il ruolo di promotori di una campagna salutare, con l’obiettivo finale di spingere almeno a ritardare il primo contatto dei giovanissimi con l'alcol. Arduo compito, questo, perché anche i ragazzini possono frequentare bar e locali, bevendo e facendo pure uso di sostanze: i gestori, infatti, pur di guadagnare, servono alcool, e a costi bassi, persino a chi non dovrebbero, rischiando multe molto salate, ma che probabilmente non devono pagare di frequente. Sono le conseguenze di una realtà che reifica ogni rapporto a livello solo economico: è il sogno del mercato, del resto, quello di spacciare una merce che dà dipendenza con profitto più che assicurato in un realtà in cui anche il concetto di legalità è fluido.

alcolismo-e-incidenti-stradali (1).jpg

Per comprendere allora il perché della necessità di perdere il controllo delle proprie azioni in momenti che dovrebbero essere di divertimento, abbiamo consultato L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani del filosofo-psicanalista Umberto Galimberti: il saggio ci offre un’analisi lucida della nostra società malata di un consumismo mordi e fuggi, senza prospettive, senza speranza di riscatto.

Lo studioso ci parla dell’ospite inquietante, il nichilismo, che si aggira soprattutto tra i ragazzi, penetrando nei loro sentimenti, confondendone i pensieri, cancellandone prospettive e orizzonti, intristendone le passioni rendendole esangui: «un po’ di musica sparata nelle orecchie per cancellare ogni parola, un po’ di droga o alcool per anestetizzare il dolore o per provare una qualche emozione, tanta solitudine tipica di quell’individualismo esasperato, sconosciuto alle generazioni precedenti, indotto dalla persuasione che – stante l’inaridimento di tutti i legami affettivi – non ci si salva se non da soli, magari attaccandosi, nel deserto dei valori, a quell’unico generatore simbolico di tutti i valori che nella nostra cultura si chiama denaro».

I giovanissimi sono realissimi campionari di un esistere alla fine insopportabile perché privo di senso: bisognerebbe allora cercare di passare dal nichilismo passivo al nichilismo attivo di chi non si rassegna e si promuove in tutte le direzioni per non spegnere i propri sogni, in ragione di un futuro che è comunque da costruire. Coltivare l'adolescenza, del resto, significa proprio promuovere la ricerca di senso, il fondamento della maturazione personale che, come tale, non si esaurisce mai. Noi ragazzi che ci affacciamo allora sul cammino della vita vorremmo essere accompagnati a trovare una identità, ma per realizzare questo faticoso progetto, poiché basato sul dialogo e l’ascolto, invece che sul precetto e la proibizione, è necessario che anche gli adulti si educhino sempre.

Gli adolescenti non ne cercano di perfetti, ma persone credibili e appassionate, persone che non dicano solo loro che cosa fare, ma che facciano assieme a loro, che sappiamo guardarsi dentro, verificando la coerenza tra teoria e pratica, la credibilità del loro essere presenze costruttive, grazie non a «parole fredde e opache, crudeli e pietrificate, ma parole leggere e profonde, fulgide e discrete, delicate e aperte alla speranza […] , permeabili all’incontro e al dialogo, al cambiamento degli stati d’animo e delle situazioni (E. Borgna)».

Grazie a guide autentiche, si può forse divenire promotori di una campagna di vita e non di morte, perché ci si crede fino in fondo.

​

Contatti

IV LES-ISTITUTO PARITARIO MARCONI (PC)

©2023 by marconi news . Creato con Wix.com

bottom of page